giovedì 18 ottobre 2012

Hallo Fejes!!

FaJes è il primo che ho visto entrare in classe, l'ho seguito e mi sono ritrovata in pochi metri quadrati di mondo. A destra ho Edùard, un professorec e ingeniere omosessuale catalano, non spagnolo!; a sinistra ho Eduardo, pieno di tatuaggi, con i dilatatori ai lobi e la fede al dito; Miguel che sprizza gioia da ogni dove, ha un sorriso a 32 denti e la macchina fotografica sempre pronta a immortalare i miei capelli  al vento di Hannover o le pettinature strane di Nadia che nel suo Camerun ha imparato come attaccare capelli finti e rinnovarsi ogni giorno; Xhiou e Tzao che mi racconta delle sue letture filosofiche e di Kant; Yohan che mi parla della Corea e accenna un pezzo della Tosca per farmi sorridere del suo italiano. Perchè sono partita? non lo so, ma credo e sento che in quei metri quadrati di mondo la vita mi stia regalando qualcosa di stupendo: l'incontro con l'altro, l'altro per eccellenza, il diverso. Non avrei mai pensato di essere in sintonia con una ragazza cinese o di scoprire la profonda stima per quell'uomo curdo che mi aiuta negli esercizi con l'accusativo. Scoprirsi simili, scoprirsi uomini e donne che vivono la  fratellanza oltre tutte le differenze. Che bello, sto girando il mondo negli occhi dei miei compagni quando ognuno racconta di se e del proprio paese d'origine, degli scontri in Catalonia, della popolazione curda o della  Siria. Il mondo è diventato più piccolo e popolato da persone a cui so dare un volto e un sorriso,  le vite degli altri si intrecciano con la mia così chè, quando sento in tv che in Siria sparano, mi volto ad ascoltare quanti morti ci sono stati e a quei numeri do il volto di Fajes e non ne resto più indifferente. La mia strada mi porta sempre di più all'incontro con l'altro forse per poter sperimentare che la diversità esiste solo tra gli uomini di buona o non buona volontà. Mi riempio di gioia ripensando all'annuncio dell'angelo il giorno di Natale:"Pace in terra agli uomini di buona volontà" , ci sono dentro tutti, ci siamo dentro tutti ed è così logico ora che questi tutti sono seduti qui vicino a me, così simili a me. Leibniz proprio tra questi boschi 2 secoli fa scriveva "Unitas in moltitudine"
La cosa più importante che sto imparando non è il tedesco.

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