domenica 17 febbraio 2013

Se, quando

Se un giorno avrò un figlio, vedendolo tornare a casa infangato e sporco farei la faccia seria, ma di quelle che nascondono un sorriso. Sarei contenta in cuor mio di sapere che ha saputo giocare anche senza il sole. Gli direi con tono fermo: "c'era bisogno di rotolarsi così nel fango?" e poi spererei di sentirmi rispondere: " si mamma, perchè era bellissimo."
Se mai avrò un figlio spero che il racconto delle sue estati non siano le sweet dell' Hilton Hotel o le attività del villaggio turistico, ma i giri in bici con gli amici, i pomeriggi sotto gli alberi a chiaccherare o a cercare refrigerio in qualche bar.
Se avessi un figlio vorrei che di suo padre non apprezzasse tanto la carriera, il numero di aerei presi in una settimana, gli inviti ad eventi o il conto in banca, ma vorrei che stimasse la sua capacità di guardare al mondo e di stare in esso con sensibilità e capacità.
Se potessi essere franca, stopperei A. in uno dei tanti momenti in cui, pensando di suscitare in me invidia, racconta di qualche viaggio, evento mondano o personalità illustri che ha conosciuto e  gli direi: sai, è vero, non ho idea di come sia fatto un volo intercontinentale e non ho certamente incontrato tutte le personalità illustri che il lavoro di tuo padre ti ha permesso di incontrare, ma della tua vita non invidio nulla.
A 15 anni passavo le estati sulla bicicletta con quel gruppo di ragazzi con cui al mattino tenevo a bada i 30 bambini del Grest. Quando c'era troppo caldo per incontrarsi mi mettevo sul dondolo e mentre il movimento lento mi dava l'impressione che tirasse aria, divoravo i romanzi di J. Austen ed imparavo a sognare amori tempestosi e bellissimi. La sera verso le 5 sentivo il rumore dei freni della bicicletta di mio papà e lasciavo i personaggi di carta per iniziare con lui qualche discorso  che sarebbe continuato sul dondolo fino a sera. E tu A.? non cambieresti il tuo Hilton per una bicicletta e 4 amici? non cambieresti la carriera di tuo padre con sterminati pomeriggi sul dondolo con lui a raccontargli qualunque cosa ti passi in mente?

Quando mi manca mio papà come in queste sere, mi dico sempre che qualcosa di così grande non può essere polvere nell'universo, fortuito caso cellulare, vita finita. Lo rivedo li sul dondolo. Non cambierei quei momenti con niente. Quando mi manca mio papà come in queste sere mi sento un puntino sperduto, una bambina "lasciata sola davanti a scuola".Quando mi manca mio papà come in queste sere mi arrabbio con Dio. Quando mi manca mio papà come queste sere spero sempre che la notte passi leggera e che domani io mi risvegli  con l'animo lieto e leggero come quando gli parlavo dondolando.

venerdì 8 febbraio 2013

der kleine prinz

Vivo in una casa di 5 piani con soffitti alti come si usava un tempo, stucchi bianchi e vetrate luminose. Ognuno ha la propria stanza con decine di oggetti che non verranno mai usati.
Le credenze della cucina sono colme di piatti in base ai colori, alla forma e alla grandezza e nonostante sia diventato difficile trovare spazio, ogni tanto ne vengono comprati di nuovi, magari di una porcellana diversa e con una fantasia più floreale. I discorsi più piacevoli a tavola riguardano il progettare vacanze, sempre e comunque lontano, dove sia possibile fare sport, non cucinare e lasciare che qualcun'altro si occupi dei bambini. Tutti i bambini sono iscritti in una scuola privata, di alto livello s'intende, e il loro scopo è principalmente quello di studiare e prendere ottimi voti a scuola e ottenere ottime vittorie nello sport: se sei un ragazzo di successo diventerai un adulto di successo cioè avrai un buon posto di lavoro  e preferibilmente  una buona carriera. La carriera, è questo che da valore ad una persona: "che lavoro fa?"; "ha fatto una bella carriera"; "lui è uno importante!".
E la domenica si va in chiesa.
Dov'è la vita? in quale istante della stressante giornata è la vita? ma se uno di loro si fermasse a pensare al perchè fanno le cose, al perchè corrono, al perchè faticano al perchè studiano...davvero rimarrebbero in una vita del genere?
Il fare, è una droga è un alienazione che fa andare avanti solo le vite che non si fanno domande. Oh come le invidio, come è facile. Ci sono persone, lo so, che vivranno più felici di me con la loro carriera e con il loro lusso. Se un giorno il piccolo F., con le sue mille domande, con quegli occhioni azzurri spalancati si farà una domanda fondamentale...dovrà cambiare tutto.
F. e le sue domande pressanti e vere, lo rendono uguale al piccolo principe, che davanti al caotico mondo adulto riceve risposte di cui non è soddisfatto. A volte capita sul pianeta dell'uomo d'affari che vuole possedere le stelle per non farsene nulla; altre volte il lampionario, schiavo del lavoro e del fare.
Spero che anche il piccolo F. possa incontrare la volpe che gli spalanchi il mondo dell'amicizia, un mondo che lui, in queste quattro mura tra pianoforte, compiti e tennis non vive.
La mia volpe è stata mio papà e come la volpe dona un segreto al piccolo principe ,così lui mi ha insegnato la più grande verità che conosco: Il vero lusso sono i rapporti umani.