giovedì 10 maggio 2012

Don Chisciotte

Amore.
Termine inflazionato, sopratutto un" non" termine....
ci dimentichiao troppo spesso che Amare è un azione : amare il cane, il vicino, l'amico, il padre, il fratello implica il fare.
In questo periodo più che mai mi sono accorta di quanto ognuno da a questo termine un valore diverso, c'è chi lo usa solo in riferimento ad una persona, chi lo estende agli amici e chi al mondo intero e questo è normale ma c'è chi invece pensa all' amare come un ad verbo astratto e generico.. Ma amare si tocca, si vede, si quantifica, si sente...amore non è astratto e questo che sia per una persona, che siano gli amici che sia il mondo intero. Si impara ad amare? non lo so, sicuramente non si può spiegare a parole ma lo si deve rendere "fatto". Gesù non spiegava come amare, Gesù amava e le persone, sentendolo, apprendevano così. Non intendo combattere contro i mulini a vento di chi di amore sa solo parlare, intendo fare, intendo continuare a fare perchè solo facendo si Ama. Intendo anche imparare a cucinare, a usare il forno, a stirare le camicie, a cambiare le lampadine e a non perdere le cose....

domenica 6 maggio 2012

A.

A. mi ha detto che dovrei raccontare di quel pomeriggio in cui vagando per il mio nuovo quartiere ho avuto l'esigenza di intrufolarmi  in mezzo a 6 vecchiette che stavano parlando in cerchio nel cortile di casa loro. Si, le ho viste e ho chiesto se potevo sedermi con loro. Mi hanno guardata con curiosità per capire che diavolo di offerta speciale io volessi proporre, ma non avevo volantini, avevo una storia e 2 amiche, che sapevo essere in giro a cercarmi perchè non mi avevano visto all'uscita della messa. Ero scappata,ero arrabbiata, ero schifata e avevo bisogno di qualcuno a cui dirlo, per questo mi ero intrufolata in quel giardino.
Un' ora prima ero entrata in chiesa come per sfida, una sfida contro lo schifo per l'ipocrisia di un ambiente che mi si era svelato, una di quelle esperienze che poi fanno arrivare a dire ad alcune  persone: "sarei cristiano se non avessi conosciuto i cristiani". Ma io a queste provocazioni avevo sempre risposto che siamo tutti peccatori, che non è colpa di Gesù Cristo se  noi, che ci professiamo suoi discepoli,  certe volte risultiamo così deludenti. Queste parole ora dovevano convincere anche me a non diventare una  persona che dopo tanti discorsi sarebbe fuggita davanti all'incoerenza. Dicevo tra me :Signore, mi si contorciono le budella a sentire che c'è gente che si riempie la bocca di te e poi non si comporta degnamente,  c'è chi è convinto della tua volontà  scrutandola come gli antichi scrutavano il fegato dell'animale sacrificato, Signore ti usano, Signore  ti insegnano come fossi cosa loro, Tu dici che non dobbiamo amare a parole né con la lingua, ma con i fatti e nella verità, ma io non vedo i fatti, vedo solo parole...Signore, esco fuori perchè la rabbia va smaltita" .
 Ecco come sono capitata con le lacrime agli occhi davanti al cancello di 6 donne, a parlare di me, di mio padre, di casa mia, di mia madre, di quel posto a Villanova dove d'estate c'è sempre ombra e tira vento...e infine, della mia rabbia, della mia delusione che mi aveva fatta camminare fin lì. Per fortuna il giorno dopo quelle povere 6 donne non hanno incrociato la mia strada, perchè l'argomento da porre e la delusione erano cresciute dopo una telefonata, in cui, tra le tante cose, mi si rinfacciava" il troppo"hai dato troppo, nelle cose bisogna tirare il freno a mano, nel lavoro, con gli amici, con le persone". Per un momento ho provato pena per me: sono fatta sbagliata? Eppure, si può stupire del "troppo"  affetto chi ogni giorno guarda  una croce su cui quell'uomo, quel Dio si è immolato per i suoi amici, per ME che nemmeno mi conosceva??
Si, se ne può meravigliare chi non ne ha intuito il senso. Dio da amore e affetto "senza misura" e lo chiede anche a noi.  Come posso io tirare il freno a mano quando voglio per me un amore smisurato, quando mi è stato dato un amore smisurato e quando mi è chiesto un amore smisurato. Quelli che rinfacciano il "troppo" sono gli stessi che guardano a quella croce e che non hanno capito che a tutti noi ogni giorno è chiesto quel "troppo".