domenica 18 dicembre 2011

Noël

Ci sono molte persone che faticano a vivere il clima forzatamente festoso e familiare del natale.
Io no, io mi ci ritrovo nel natale ma non in quello forzatamente festoso e familiare,quello non è il natale,il natale è un evento e io nell'evento mi ci ritrovo, anzi lo aspetto e lo dovrebbero aspettare con ansia proprio tutte quelle persone che hanno paura del natale perchè c'è una sedia vuota, perchè non sanno dove andare, perchè non sono "nel clima" di festa.
Il natale è un evento.
Il Natale è la venuta di un salvatore che dice di essere venuto "per i malati non per i sani", un salvatore che viene dato alla luce in una stalla, con sua madre e suo padre, in terra straniera che non avevano trovato nemmeno un albergo che li accettasse per la notte, soli al freddo. Ma l'angelo non aveva detto che sarebbe stato il figlio di Dio? e cosa ci fa in una mangiatoia?
E' li per me, per quelli che hanno le sedie vuote, per quelli che "non sono in clima" è li, che ci guarda e ci dice "io lo so cosa vuol dire, l'ho voluto provare". Io non potrei credere a nessun altro Dio se non a questo Dio così grande che si fa piccolo e ultimo.
Allora si che mi riempio di gioia perchè amo un Dio che ragiona così e amo le luci perchè mi ricordano che lui è luce e amo il Natale perchè lui è venuto davvero per noi in una notte di circa 2011 anni fa.

lunedì 5 dicembre 2011

ramazzotti

Sto scrivendo la tesi. Arriverà il giorno in cui andrò in copisteria a farla rilegare, la terrò in mano e tra me e me dirò "ce l'ho fatta, sembrava impossibile". In verità la tesi e' per me Il problema minore ma per tutti gli ostacoli più o meno grandi la frase finale è sempre la stessa: "ce l'ho fatta, sembrava impossibile".
Sarebbe più facile se nel momento della difficoltà avessimo già ben chiaro il fatto che comunque ce la faremo e invece il momento della difficoltà è proprio quello in cui non vedi la fine e la fatica manca di speranza. E per fatica non intendo di certo scrivere una tesi.
La fatica è amare le proprie fragilità, trasformarle in risorse e in doni anche in un contesto in cui tutto sembra dirti il contrario. La fatica è riconoscere quello che deve essere cambiato anche se cambiare costa e presuppone addii. Le mie fatiche.
Nella bibbia il popolo d'israele cammina 40 anni per arrivare ad una terra promessa, altri popoli vicini non si sono mai spostati di un centimentro. Dio mi ha fatto errante e inquieta come il suo popolo con il quale aveva un rapporto speciale e nei momenti di fatica manderà la manna anche per me e mi farà ricordare che c'è una"terra promessa". Certe volte mi sarebbe piaciuto essere uno di quei popoli che non si muovono, non combattono, non hanno particolari vizi o virtù stanno li e vivono. Però probabilmente non sono altrettanto affascinanti e ricchi come il popolo d'Isralele che danza ,piange e cammina per 40 anni. Amarsi per come si è..ecco la fatica...la tesi poi la si farà!