domenica 28 ottobre 2012

Io ti rendo grazie: hai fatto di me una meraviglia stupenda

Freud diceva che il sogno è incoerente, riunisce senza esitazione le più grosse contraddizioni, ammette cose impossibili, trascura le nostre cognizioni, così importanti durante il giorno.
Ottusa è la mia mente quando mi fa sognare degli occhi scuri che credevo lontani e dimenticati, che enorme mistero siamo per noi stessi. Siamo infiniti e più si scava e più si affonda nel profondo. La mente dice una cosa ma per il cuore non è così. Perchè? perchè non sono cinica, superficiale e stupida? perchè non sono nata inconsapevole e libera. Vorrei che Dio mi avesse pensato meno complicata e leggera in tutto, nei rapporti, nel lavoro e nei pensieri. E invece no, nelle cose sono un piombo, affondo me stessa. Io, le mie domande, le mie paure e insicurezze, i miei dolori e tutto il resto. Posso accettarmi solo se penso che qualcuno mi ha voluto proprio così: troppo pensierosa per ricordarsi la caffettiera sul fornello, troppo fragile per non rimanere ferita, troppo bambina per tenere a freno la lingua, troppo complicata per accontentarsi di risposte generali, troppo idealista per non pretendere da sè stessa, troppo insicura per non avere paura.
E poi torno in camera e li, attaccato all'armadio c'è il biglietto arrivato dall'Italia: "tu sei prezioso ai miei occhi perchè sei degno di stima ed io ti amo."

venerdì 26 ottobre 2012

roulette russa

Con in sottofondo la tv che parla di qualcosa che non capisco del tutto, ripenso a Lana, chiamata nel corso  wiki come abbreviativo di wikipedia perchè sembra che abbia mangiato un dizionario di tedesco dato che ogni giorno ha un nuovo termine da sfoggiare. Dello stato da cui proviene non so nulla, so solo che i tratti del suo viso richiamano una terra che sta tra l'est e il medioriente: è longilinea come molte donne dell'est ma ha gli occhi grandi , i capelli scuri e crespi e il naso pronunciato simile alle donne arabe. Mi affascina indagare la storia attraverso i volti e lei è una pefetta georgiana, un misto estetico tra due mondi. Ho passato con lei questo giorno, a casa di Alina mangiando cibi russi, parlando in tedesco delle nostre vite, snocciolando semi di girasole per poi riprendere insieme la via di casa. In mezzo a fermate dal nome lungo e impronunciabile mentre fuori fa già buio troppo presto, vedo il suo volto riflesso nel finestrino del tram mentre  lei piange. Lana , la ragazza forte e determinata a studiare legge in Germania, la ragazza che ti guarda male se sbagli una frase in tedesco, quella  che veste leopardata e vuole un pircing nello sterno...sta piangendo. "Was passiert Lana? warum weinst du?"* Mi racconta che il suo ragazzo dopo 2 anni ha deciso di farle sapere via sms che lui ha un' altra e che non vuole più risentirla, e ora si sente  sola . E' inutile dire a qualcuno che deve scordare qualcun'altro, il cuore arriva sempre dopo la ragione e non c'è niente che possa accorcire i suoi tempi. "E' un bastardo, meriti di meglio, non è un uomo, è meglio perderlo che trovarlo, ti ha fatto del male" la testa parla e il cuore non ascolta. Chissà perchè. L'essere umano che è capace d'amare, si rende vulnerabile, può mettersi da parte per l'altro, può rischiare tutto per l'altro e rimanerne schiacciato. Un' arma a doppio taglio perchè se l' amore rende vulnerabili  è anche il massimo elevarsi dell'essere umano. Cosa dire Lana, che l'amore non è quello che si dice con i "ti amo", che è qualcosa di silenzioso ma di reale, concreto e visibile. Io in tedesco non l'ho so dire, ho allungato le mie mani per stringere le sue e quasi per ricordarlo anche a me ho sussurrato. "Du bist nicht allein"*



* "Cosa succede Lana? perchè piangi?"
* "Non sei sola"

giovedì 25 ottobre 2012

Eilenriede


Su un adesivo qualche anno fa avevo letto una frase che diceva più o meno così "il sole più bello, il verde più acceso se non è condiviso con qualcuno non è così bello". Ero seduta su una panchina, e guardavo il bosco vestito dei colori accesi dell'Autunno:Un ciclista passa silenzioso senza vedermi mentre gioca con la mano a prendere almeno una delle foglie che piovono  dal cielo; piovono foglie anche sulla mia testa, le sento che mi accarezzano i capelli e le lascio fare. Il sentiero è nascosto sotto il giallo e il rosso dei colori che sommergono tutto, anche me e non c'è più un colore diverso in terra che mi indichi la strada di casa; gli scoiattoli saranno in letargo come gli altri animali e c'è silenzio, sento solo lo scrosciare delle foglie mosse dal vento. Mi siedo come in un teatro e inizio a guardare lo spettacolo che in questo metro quadro di mondo va in scena solo per me. Inizio a pregare e a pensare a tutte le persone a cui avrei voluto mostrare quella pioggia d'oro. Non potevo pensare di tenere tutto solo per me, pensare di condividerlo rendeva ciò che vedevo realmente bello. Ho pensato al passo della Genesi in cui Dio dopo aver creato il mondo decide di creare qualcuno con cui condividere tale bellezza, per renderla viva. Questo pomeriggio su quella panchina l'ha condivisa con me, e l'ho ringraziato per avermi messa al mondo e per aver voluto condividere con me la bellezza dell'Autunno.

giovedì 18 ottobre 2012

Hallo Fejes!!

FaJes è il primo che ho visto entrare in classe, l'ho seguito e mi sono ritrovata in pochi metri quadrati di mondo. A destra ho Edùard, un professorec e ingeniere omosessuale catalano, non spagnolo!; a sinistra ho Eduardo, pieno di tatuaggi, con i dilatatori ai lobi e la fede al dito; Miguel che sprizza gioia da ogni dove, ha un sorriso a 32 denti e la macchina fotografica sempre pronta a immortalare i miei capelli  al vento di Hannover o le pettinature strane di Nadia che nel suo Camerun ha imparato come attaccare capelli finti e rinnovarsi ogni giorno; Xhiou e Tzao che mi racconta delle sue letture filosofiche e di Kant; Yohan che mi parla della Corea e accenna un pezzo della Tosca per farmi sorridere del suo italiano. Perchè sono partita? non lo so, ma credo e sento che in quei metri quadrati di mondo la vita mi stia regalando qualcosa di stupendo: l'incontro con l'altro, l'altro per eccellenza, il diverso. Non avrei mai pensato di essere in sintonia con una ragazza cinese o di scoprire la profonda stima per quell'uomo curdo che mi aiuta negli esercizi con l'accusativo. Scoprirsi simili, scoprirsi uomini e donne che vivono la  fratellanza oltre tutte le differenze. Che bello, sto girando il mondo negli occhi dei miei compagni quando ognuno racconta di se e del proprio paese d'origine, degli scontri in Catalonia, della popolazione curda o della  Siria. Il mondo è diventato più piccolo e popolato da persone a cui so dare un volto e un sorriso,  le vite degli altri si intrecciano con la mia così chè, quando sento in tv che in Siria sparano, mi volto ad ascoltare quanti morti ci sono stati e a quei numeri do il volto di Fajes e non ne resto più indifferente. La mia strada mi porta sempre di più all'incontro con l'altro forse per poter sperimentare che la diversità esiste solo tra gli uomini di buona o non buona volontà. Mi riempio di gioia ripensando all'annuncio dell'angelo il giorno di Natale:"Pace in terra agli uomini di buona volontà" , ci sono dentro tutti, ci siamo dentro tutti ed è così logico ora che questi tutti sono seduti qui vicino a me, così simili a me. Leibniz proprio tra questi boschi 2 secoli fa scriveva "Unitas in moltitudine"
La cosa più importante che sto imparando non è il tedesco.

martedì 9 ottobre 2012

erbrechen

Per rimettermi a scrivere mi ci voleva una notte insonne tra brividi e indigestione e un amico via skype che aspetta in linea per vedere se tra un vomito e l'altro sono ancora viva. Nei giorni della   partenza molte persone mi dicevano: "fai bene ad andare, poi qui non hai un legame che ti vicola all'Italia..." la maggiorparte delle volte avrei voluto poter stoppare la scena e dire : "è esattamente il contrario". Non sarei mai partita senza sentire che avevo legami talmente stretti e profondi che la distanza non li avrebbe lisi. Quando un bambino è sicuro dell'amore materno, è sicuro di non essere solo, è allora che si stacca dalla madre ed esplora il mondo senza aver bisogno di stringere la mano di qualcuno, perchè sarà comunque sicuro che quel qualcuno c'è,  lo guarda e se cade lo prende e lo consola. Ho staccato anche io quella mano stretta stretta per la paura di perdere o di perdersi e la libertà di sentire che sono ancora tutti con me è il tesoro della vera amicizia. Sarà per questo che quando penso a me stessa qui, mi chiedo come mai io non mi senta sola nonostante sia in una casa nuova, in una terra straniera, con una lingua diversa. Mi sento accompagnata dai volti materni e paterni che Dio mi ha messo accanto. Così in una notte di vomito e indigestione guardo il cellulare e so che potrei chiamare e non rimarrei inascoltata, posso chiedere di rimanere su skype finchè non mi riprendo e so che sarà così, posso condividere la descrizione del bosco sapenso che chi la leggerà gioirà con me, posso vivere sapendo che io sto a cuore. Sono felice, ho trovato il mio tesoro.