martedì 9 ottobre 2012

erbrechen

Per rimettermi a scrivere mi ci voleva una notte insonne tra brividi e indigestione e un amico via skype che aspetta in linea per vedere se tra un vomito e l'altro sono ancora viva. Nei giorni della   partenza molte persone mi dicevano: "fai bene ad andare, poi qui non hai un legame che ti vicola all'Italia..." la maggiorparte delle volte avrei voluto poter stoppare la scena e dire : "è esattamente il contrario". Non sarei mai partita senza sentire che avevo legami talmente stretti e profondi che la distanza non li avrebbe lisi. Quando un bambino è sicuro dell'amore materno, è sicuro di non essere solo, è allora che si stacca dalla madre ed esplora il mondo senza aver bisogno di stringere la mano di qualcuno, perchè sarà comunque sicuro che quel qualcuno c'è,  lo guarda e se cade lo prende e lo consola. Ho staccato anche io quella mano stretta stretta per la paura di perdere o di perdersi e la libertà di sentire che sono ancora tutti con me è il tesoro della vera amicizia. Sarà per questo che quando penso a me stessa qui, mi chiedo come mai io non mi senta sola nonostante sia in una casa nuova, in una terra straniera, con una lingua diversa. Mi sento accompagnata dai volti materni e paterni che Dio mi ha messo accanto. Così in una notte di vomito e indigestione guardo il cellulare e so che potrei chiamare e non rimarrei inascoltata, posso chiedere di rimanere su skype finchè non mi riprendo e so che sarà così, posso condividere la descrizione del bosco sapenso che chi la leggerà gioirà con me, posso vivere sapendo che io sto a cuore. Sono felice, ho trovato il mio tesoro.

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