lunedì 28 gennaio 2013

Quei "vaffanculo" non detti...

Quei vaffanculo non detti certe sere non ti lasciano dormire, sogni di avere davanti Lui,vigliacco e codardo e  quella "amica" che dopo aver chiesto e ottenuto, due giorni dopo la laurea sparisce nel nulla. Lo so che se stasera non scrivo mi rivolterò nel letto ancora e ancora e ancora finchè suonerà la sveglia e mi sembrerà di essermi appena addormentata. Avrei così voglia di lasciarmi un preciso pensiero alle spalle, di buttare via tutto il "pacchetto" di rabbia e delusione che è talmente vivo in me che basta un'intervista  in tv, una pagina di un libro, una poesia o una domada per farlo rivivere intensamente. Avrei talmente voglia di svegliarmi domani e al suono di quel nome dire: "chi scusa?".
Il mio compagno di corso è impressionato dalla velocità con cui rispondo "Non lo cerco e non lo voglio" alla classica domanda "sei fidanzata?"; faccio spallucce quando il libro di grammatica propone come tema di discussione "Beziehungen- Relazioni" e Fayez ride.
 C'è una poesia famosa che ultimamente amo rileggere spesso anche se con un sorriso amaro.

Farò della mia anima uno scrigno
per la tua anima,
del mio cuore una dimora
per la tua bellezza,
del mio petto un sepolcro
per le tue pene.

Penso che per me l'amore potrà essere solo quando avrò davanti qualcuno al quale saprò, vorrò e potrò consegnare la profondità dei miei pensieri, le mie pene più buie e la mia bellezza più intima. Pensavo e sentivo tutto ciò con qualcuno che dopo essere stato scrigno, ha vuotato tutto in un wc tirando più e più volte l'acqua. Che cosa ne ha fatto di tutto? e io?  credo ancora che potrà esserci qualcosa di così profodo ? no. Ma in fondo lo spero.
 Psiche osa guardare Amore alla fioca luce di una lanterna ma da li in poi per lei inizieranno una serie di prove, di discese negli inferi per riconquistare se stessa e la propria anima.
La parte meno poetica di me vorrebbe solo dire che ci sono cose nella vita che possono essere risolte solo con un vaffanculo.


martedì 8 gennaio 2013

similitudini

Quando penso a Wulf mi viene sempre da piangere di gioia come quella sera d'estate in un bosco portoghese. E' lui l'incontro più prezioso che ho fatto nel 2012, non c'è dubbio.
 2Perchè fai il cammino?" gli chiedo mentre condividevamo per caso il tavolino di un bar dove era entrato per salutare D. e S. con cui aveva condiviso la nottata in ostello.
Mi sembrava così normale fare quella domanda, nessuno si mette in cammino senza una storia da raccontare.
Ma lui divaga e mi racconta che ogni estate percorre un cammino europeo diverso, è il suo modo per staccarsi dal lavoro a volte crudele e pesante del polizziotto. Ne vede di tutti i colori durante l'anno, mi racconta, e appena può non vede l'ora di prendere uno zaino e mettersi in cammino per lasciarsi il più possibile tutto alle spalle e riprendere forza.
"E tu?" mi chiede, mentre beve qualcosa.
"Era il sogno di mio papà, lui non c'è più e lo faccio io..." 
Non mi disse niente, ci salutammo e proseguimmo per quella che doveva essere una delle tappe più faticose. L'unghia del piede sembrava doversi staccare ogni volta che appoggiavo il piede, lo zaino mi graffiava la schiena e nonostante tutto ero sempre lotana da chiunque decidesse di non aspettarmi.
Passo una casa dove qualcuno ha scritto il numero di un taxi, lo fotografo per memorizzarlo, non mi sembra possibile che io riuscirò a fare tutta la strada da sola anche oggi eppure con tutti i miei pensieri arrivo alla prima sosta, l'ultima nella quale poter comprare acqua e cibo. Eravamo tutti li noi pellegrini portoghesi, così pochi da riconoscerci già tutti e seduto al tavolino ritrovo il polizziotto tedesco visto la mattina nel bar. Dev'essere arrivato molto prima di me, ha un passo da militare e le gambe allenate, sarà già pronto per ripartire, penso. Finalmente mi siedo anche io e mi  offre un arancio,;da consigli su come affrontare il cammino;guarda D. che si medica le vesciche  e non si alza per ripartire se non quando ripartiamo anche noi. Gli altri sono in pochi minuti già più avanti di me che lotto ad ogni passo per non urlare dal dolore, ma Wulf era girato verso di me che mi aspettava.
Aspettava me. Aspettare non è facile, richiede pazienza, sacrificio e motivazione, posso dire che in 8 giorni, dei miei amici solo A. ha deciso di aspettarmi, con gli altri non ho mai camminato fianco a fianco per più di mezz'ora. Ma lui aspettava me. Si avvicina e capisce che ho male al piede, mi da i suoi cerotti, va meglio. Mi cammia di fianco e mi aggiusta lo zaino, non ho più dolore. Mi cammina di fianco e mi parla. Parliamo, io, A. e Wulf...e A. ridendo dice :"sembriamo i discepoli in cammino verso Emmaus che non si accorgono di stare facendo la strada con Gesù". Penso che quella mattina,in quel sentiero ognuno di noi fosse per l'altro talmente speciale da richiamare ad una compagnia divina. Se non altro per me si.Senza dirci nulla lui mi ha fatto da padre per tutti i giorni del cammino con un'attenzione ed un affetto commovente. Io senza saperlo sono stata la figlia con cui lui avrebbe dovuto percorrere quella strada. E in mezzo a questo c'è stata vita condivisa e la sensazione che ciò che lui era per me e ciò che io ero per lui fossero un dono preciso per quel momento, fatto apposta per noi, una risposta ad una preghiera. 
Da quel momento non ho più fatto un passo da sola, eravamo sempre insieme, anche su strade sbagliate ma bellissime, anche su lunghi ponti su cui io non sarei mai salita da sola. Quello che abbiamo condiviso è stato tanto. Il giorno che ci siamo salutati penso di non aver dormito tutta la notte dal dispiacere. Fin dal primo giorno, dalla prima fatica avevo affrontato il cammino come metafora della mia vita e questo distacco lo era in un modo evidente. Lasciare il padre nel bel mezzo del cammio e ritornare a camminare sola. Sapete, l'affetto che ha avuto per me mi ha dato forza per tutto il cammino successivo. E questa è la metafora più vera.

Ecco il ragalo più bello che una figlia possa ricevere.

domenica 6 gennaio 2013

Anyway

Davanti a certe cose mi ripeto sempre ciò che mi disse R : "vedrai tra qualche tempo andrai ad accendere un cero per ringraziare che sia andata così" e vedendo le lacrime di S. trattenute a stento mentre si confidava con me, le ho ripetuto la stessa cosa. Non capisco il perchè di certi incontri e il perchè vadano in un modo piuttosto che in un altro, ma nel duomo di Brema, tra l'albero di Natale e le decorazioni, ho acceso due candele, le prime dell'anno, una per S. e una per me. Non ho fatto liste di cose o persone del 2012 da dimenticare, mi sembrerebbe di concedere troppo tempo anche solo per pensarci, ma ho ben chiaro quello che ho imparato quest'anno da certi incontri ,ed è tutto sintetizzato in una frase di quel genio, sensibile e dannato di Bukowski:
Ti aspetti di trovare poesia in una rivista di poesia? Le cose non sono così semplici. 
Cosa si può aggiungere davanti a questa eloquenza?
Nella mia vita ho tante cose da mettere a posto,  ma l'unica cosa che chiedo è che ogni anno possa iniziare accendendo una candela: "per tutto quello che è stato, anche se non lo capisco, grazie lo stesso...



Ti ho mandata via.
Sento l'odore della città
non faccio niente, resto chiuso qua.
Ecco un altro dei miei limiti.
Io non sapevo dirti che
solo a pensarti mi da i brividi
anche a uno stronzo come me
come me ...
Ma non pensarmi più,
ti ho detto di mirare
L'AMORE SPACCA IL CUORE.
Spara! Spara! Spara, Amore!
Tu non pensarci più,
che cosa vuoi aspettare?
L'AMORE SPACCA IL CUORE.
Spara! Spara! Spara, dritto qui ...





martedì 1 gennaio 2013

Piazza Borgo Dora

Appoggiata al muro della pace ad un tratto sento qualcuno prendermi sotto braccio, non faccio in tempo a girarmi che ho già messo le mie mani nelle sue e piegandomi in avanti affondo il mio viso in un abbraccio che dura.
Stringo quelle mani da 5 anni ed ogni volta le sento passarmi vita e amore.
Io sono come la donna che si allunga per toccare un lembo del mantello di Gesù.
Ecco, io ho una storia d'amore con queste mura e con questi volti torinesi e se amore è  non poter immaginare di vivere senza qualcuno, io non potrei immaginare la mia vita senza l' incontro con queste mani che mi hanno testimoniato il vangelo vissuto, che mi hanno aperto all'uomo e  che mi hanno fatto sentire l'abbraccio di Dio, un abbraccio che dura.