venerdì 15 giugno 2012

campi elisi

Qui in città nessuno cammina tanto per camminare, hanno tutti una meta, qualcosa da fare, qualcosa da comprare mentre io sono cresciuta in campagna dove se uscivo era per camminare senza un perchè, solamente andare. Avevo una gran voglia di campi e di camminare così sono andata, per il gusto di andare in mezzo a queste vie, a questo quartiere di palazzi di 10 piani che non si distinguono l'uno dall'altro, sui quali i più coraggiosi sfidano il cemento grigio col colore rosso dei geranei appesi alle finestre. Garage grigi, rumore di macchine in sottofondo eppure...sono felice.Mi accorgo di essere felice mentre invece di poggiare i piedi su una strada sterrata di campagna li appoggio su un marciapiede sconnesso con le macchine che mi sfrecciano accanto. Eccomi qui, sono felice in questo momento, in questo istante in cui tuttosommato sono lontana dai miei campi ma vicino a me stessa o al senso delle cose che probabilmente vanno vissute senza troppo pensare al loro senso. Eccomi qui...la felicità è essere nel presente e accettare tutto quello che in quel momento si ha o non si ha, senza crucci e senza ansie...essere presente nel presente, ecco la felicità. Sapere che anche oggi sto vivendo e anche stare seduta sul divano o camminare sono vita, perchè io merito di vivere e la vita non è solo movimento o solo traguardi o solo progetti...è camminare senza meta solo per il gusto di farlo, è stare fermi, può anche essere solamente "essere". Non so se a Gennaio avrei mai pensato di scrivere un post così, forse perchè per dire che la vita è piena anche solo per il semplice fatto di esserci, bisogna sentirsi amati, accolti e abbracciati. l'amica che ti scrive "grazie di esserci", il prete che ti dice che il tuo sorriso gli ha fatto compagnia negli impegni quotidiani, un "sono fiera di te", l'amica che fa km per te, un amico che si siede in mezzo ai campi per sentire quello che hai da dirgli, Ernesto, i miei bambini, un fratello che ti chiede se vuoi fare 2 passi e l'altro che ti chiede un' opinione...forse non sono i campi in cui camminare o i paesaggi campestri che faranno la diferenza tra il mio essere o non essere felice...

domenica 3 giugno 2012

Geometrie Sacre

Un giorno tra di "noi" ci siamo chiesti a vicenda qual'era il nostro "posto sicuro". C'è chi ha detto un masso enorme dove ha passato le sue estati, chi il letto...io non ricordo, ma se me l'aveste chiesto ora avrei risposto: "qua, questa terrazza". Questo panorama torinese che ho codiviso con le mie persone specieli e che desidero condividere sempre con chi mi è caro, ecco questo panorama prende tutto e davanti a questo tutto mi sento intera, a casa, felice. La Mole si illumina con i colori della repubblica, sotto di me i primi poveri arrivano per chiedere ospitalità nel luogo che mi ha mostrato com'è Dio e come dovrebbero essere gli uomini. Alle mie spalle le luci del Cottolengo si accendono per non spegnersi fino all'alba e a destra, l'oratorio di Don Bosco chiude i cancelli che l'indomani saranno ancora pieni di bambini, non più i piccoli lavoratori sfruttati del 800 ma i poveri ragazzini di strada che rischiano la delinquenza e la droga...Eccolo il triangolo della carità: Sermig, Cottolengo, Salesiani divisi da una strada, sarà per questo che essendoci in mezzo, questa terrazza trabocca di vita.