sabato 13 luglio 2013

Maria


Capelli rossi raccolti sulla nuca, ciuffi sottili che non riescono a stare al loro posto e formano una cornice inregolare attorno a quel  viso pallido. Dev'essere stato duro passare 76 estati sotto il sole di Sicilia, con quella pelle chiara, originaria di chissà quale popolo conquistatore passato di là qualche secolo prima. Lei è seduta sui gradini della porta, unico luogo di tutta la casa in cui riesce a sentire un filo d'aria passarle tra le gambe e darle sollievo. Il suono ritmico e assordante delle cicale è rotto solo da qualcuno che le urla: "Maria!!!!"
Che bel nome Maria, mi è sempre piaciuta la sensazione di aria fresca che dà la parola Maria. Una poesia, una preghiera in un suono.
La immagino così mia Nonna paterna, in uno dei tanti pomeriggi torridi nell'estate dei suoi 27 anni. La penso spesso mia nonna, la penso quando i miei capelli sotto il sole diventano color rame, la penso quando mi guardo le labbra e il naso e quando voglio avere l'esempio di una donna umile, segnata dalla vita che nonostante tutto è riuscita a non odiare.
La storia della "mia" Maria è una storia che non racconto spesso perchè nessuno potrebbe credere che in una Sicilia di 80 anni fà, ci potessero ancora essere destini simili a quelli raccontati da Verga in quella stessa terra. 
Restare incinta fuori dal matrimonio, o rimanerlo prima di nove mesi dalla data del matrimonio, era qualcosa di vergognoso, se poi ti nasceva un bambina con i capelli rossi lo era ancora di più. Così, per non vergognarsi troppo, i genitori di Maria decisero di regalarla ad una coppia di zii che non avevano potuto avere figli.
A Maria non vennero mai raccontare bugie amorose e da subito seppe la verità, che lei non era figlia di quelli che chiamava padre e madre ma di quelli che vedeva ogni tanto in qualche riunione di famiglia: di quell'uomo che faceva finta di non vederla e di quella signora sconosciuta che la trattava con freddezza.
Nel tempo Maria conobbe anche i suoi 7 fratelli naturali, giovani con davanti un fururo di studi e di università. Maria no, nonostante il "padre" adottivo volesse, i genitori naturali e la madre adottiva si opposero alla sua istruzione, i primi perchè era la figlia della colpa che probabilmente doveva espiare per tutti e la seconda perchè non riuscendola ad amare come figlia aveva optato per tenerla come aiutante nelle faccende domestiche.
Ci sono cattiverie umane che un bambino cerca di capire fino all'ultimo dei suoi giorni. Mia nonna non parlava spesso della sua vita prima del matrimonio, ma quando ne parlava piangeva e mormorava solo "io non so perchè, ma perdono". A 27 anni, per l'epoca molto tardi, mia nonna trovò un marinaio che si innamorò dei suoi capelli rossi e la trattò, per la prima volta, come una cosa rara e preziosa. Quando sento gli umili e gli oppressi del Vangelo penso a Maria, ai suoi occhi pieni di lacrime e al suo dire "io ho perdonato."
Vorrei averle chiesto tante cose, ma nel tempo trascorso con lei,  a certe domande, ho risposto guardandola. Per certe vite non c'è spiegazione, brillano solo sotto uno sguardo divino, e sono le più accecanti.