mercoledì 9 aprile 2008

mani

M.R. l'ho notata dal primo giorno di università.Aveva quella camminata ondeggiante e lenta dell'emiplegia.Vista da dietro la sua spalla cadente mi ricordava quella di mio papà.La prima volta quella somiglianza mi ha fatto venire le lacrime agli occhi,ma in mezzo al corridoio non è bello piangere.L'ho seguita con lo sguardo,entrava nell'aula 21,quella dove dovevo andare io.E'una signora adulta avrà circa 50 anni,sguardo serio di chi nn ha più paura di nulla,seduta al primo banco...l'ho guardata per 5 mesi.Guardavo dove parcheggiava,aveva il cartellino dell'invalidità come mio papà,un giorno ho guardato la macchina,aveva il pomellino per guidare, come lui.La guardavo salire e scendere le scale lentamente,era una presenza che ai miei occhi non passava mai inosservata.Un giorno ho iniziato a salutarla nonostante era chiaro che rispondesse solo per cortesia,non mi aveva notata nel suo stesso corso.Un pomeriggio mentre ero seduta a lasciarmi scaldare dal primo sole si siede sulla stessa panchina,ci salutiamo e inizia a scrivere qualcosa su un foglio di carta.Scriveva con la mano sinistra,per forza,era l'unica parte del corpo che usava...Di botto le ho chiesto:"ma tu sei mancina o lo sei dovuta diventare?"poi presa dall'idea che potevo sembrare invadente ho aggiunto:"sai te lo chiedo perchè anche mio papà è emiplegico,però sinistro".Con un sorriso mi ha guardata e mi ha detto "è per questo che a differenza degli altri l'hai notato?" "si"le ho risposto "è dal primo giorno che ti ho notata proprio per questo".Tutto è venuto così naturalmente,nel giro di 5 minuti mi ha raccontato che cosa le era successo,poi si è passato a me,o meglio ,a mio papà..."no,lui nn c'è più da Settembre,sai ,ha sofferto di ciò che curava negli altri" "ah tuo padre era medico?" "si...".E' così che ho scoperto di essere in corso con una paziente di mio papà!Le ho detto che ero felice,così potevo parlare di lui con lei...mi ha abbracciata.Ora ci salutiamo sempre così, e spesso ridendo mi chiede "chissà tuo papà cosa pensa di una così che va in università"e le rispondo sempre raccontandole le mille cose che faceva nonostante l'emiplegia.
Mi manca tanto.

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